Sempre più frequentemente giungono in consultazione donne che portano una ambivalenza interna: un legame sentimentale vissuto come ingovernabile ed un pensare quel legame, causa di sofferenza e non voluto. Di volta in volta oscillano sull’una o sull’altra polarità, da stati di pienezza sentimentale a stati di di vuoto e di grande sofferenza e viceversa in un andamento ciclico.
Il legame diventa l’unico focus mentale e affettivo della donna e, in alcuni casi, l’ansia lascia ben poco spazio alla serenità. La donna ha perso di vista sé stessa nella sua totalità: è come una nave nella tempesta senza che lei stia al timone della propria imbarcazione.
La donna connaturata a sentire l’altro dentro di sé, ad ascoltare il sentimento, per motivi culturali (ed educativi) se non sviluppa consapevolezza su sé stessa, fa fatica ad essere al timone della propria vita, piuttosto si identifica in ruoli che diventano totalizzanti, andando, inevitabilmente, in sofferenza. A volte si tratta di donne realizzate professionalmente e con capacità riflessive sviluppate. In ogni caso, questa esperienza può essere letta come un segnale nella tempesta che può far capire alla donna la necessita di una presa di coscienza di sé stessa all’interno di un lavoro psicologico. In questo modo sarà possibile trovare la propria bussola interna e posizionarsi nella guida di sé stessa nelle esperienze del suo percorso di vita.
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